Caro Don Massimo,

Cara Anna,

Cari amici riuniti nella Parrocchia Sant’Anna per il decennale della scomparsa del compianto don Tommaso Cuciniello,

 

Avrei voluto tantissimo essere presente con voi, questa sera, per commemorare il confratello e compianto amico don Tommaso nel ricordo dei dieci anni dalla sua improvvisa scomparsa. Purtroppo, come ben potete constatare con questa grave emergenza sanitaria, mi è stato impossibile raggiungervi per questo momento di raccoglimento e di ringraziamento al Signore per il dono di un pastore zelante, di un sacerdote dotto, di un oratore brillante, di un amico del popolo.

Conosceva bene i suoi parrocchiani, li chiamava per nome quando li incontrava per strada. Non si preoccupava solo delle “sue” pecore, ma anche di quanti venivano da altre parti della città per la messa domenicale per ascoltare le sue omelie, chiare e ricche della Parola di Dio.

Questa sera vorrei ricordarlo con voi, miei cari amici e fedeli di Sant’Anna, in un modo che ne metta in luce due aspetti: il primo relativo agli inizi della nostra amicizia, dall’infanzia fino all’ingresso nel Seminario Minore di Aversa, e il secondo relativo al suo grande gusto estetico.

Fin da piccoli, i nostri genitori, Domenico e Rita, Maria e Francesco, avevano curato la nostra educazione scolastica e la formazione cristiana. Con Tommaso frequentammo l’asilo delle suore una volta chiamate del Ritiro, l’edificio adiacente alla Parrocchia San Marco a Camposcino. Eravamo cresciuti insieme in quest’asilo prima di iniziare le cinque classi della Scuola Elementare presso l’Istituto delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida. Eravamo anche vicini di casa, quasi dirimpettai, per cui a volte si andava insieme a scuola e nel tempo libero ci frequentavamo come buoni compagni di scuola.  Eravamo iscritti all’Associazione dell’Azione Cattolica San Gerardo presso la Chiesa Collegiata di Santa Sofia, poco distante dalle nostre case. Ricordo il giorno che don Tommaso, alla fine della quinta elementare, mi comunicò la sua decisione di iniziare il percorso formativo nel Seminario Minore di Aversa, invitandomi a seguirlo. Anche per me, vi era stata una chiamata del Signore: mi era giunta attraverso la voce di una suorina che spiegava brani del Vangelo. La frase che mi aveva colpito era stata: il Signore esclamò “ché la mèsse era grande e gli operai ben pochi!”.

 La scintilla della mia vocazione, però, si sarebbe spenta, se non fosse intervenuto Tommaso a darmi il coraggio di “seguire” il Signore. E’ quindi grazie a lui, posso confessarlo oggi, a distanza di tanti anni, che mi ritrovo ad essere umile sacerdote e Vescovo nella vigna del Signore.

 

Il secondo ricordo che ho è il grande senso estetico di Don Tommaso, oltre ai tanti talenti elencati all’inizio.  Un senso estetico della bellezza che trapelava soprattutto dai suoi numerosi scritti. Nella parte conclusiva del libretto della seconda serie delle Lettere a Gesù Bambino, edita dalla Nolite Timere nel 2011, sono riportati ben 31 pubblicazioni, scritti, studi e testi liturgici da lui composti. La Biblioteca Comunale di Giugliano dovrebbe raccogliere questa opera omnia di don Tommaso, una sorgente inesauribile per le future generazioni.

Don Tommaso era un assiduo lettore non solo di testi ecclesiastici, ma anche di scrittori contemporanei.  Era affascinato dal Quinto Evangelio di Mario Pomilio, ne ammirava il contenuto e lo stile fino ad esserne influenzato. Un giorno poi mi chiamò per parlarmi con ammirazione del libro autobiografico del Giudice Raffaele Cantone. Ci scambiavamo i libri dopo averli letti.

Negli scritti di don Tommaso emerge la finezza del suo gusto estetico, in particolare – a mio modo di vedere – in tre sue operette: Anna Tibi Templum (1999), dedicata alle origini e ai documenti della Parrocchia di Sant’Anna, “Accadde in quei giorni. La cronaca dei Testimoni” (2007) e “La Bibbia in versi” (2005), composta da alcuni brani tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento, in versi endecasillabi e in settenario.  Vorrei suggerire alla Biblioteca Comunale di dedicare una Sala al ricordo di don Tommaso e di recuperare ed esporre tutte le sue pubblicazioni.

Dagli scritti alla vita quotidiana, il suo gusto emerge ovunque, persino in alcuni personali dettagli che mi riguardano. Per la mia ordinazione vescovile, fece ricamare dalle suore a Napoli la mitria che indossai per l’ordinazione, e che tuttora metto in occasioni speciali. Curò lui stesso il disegno, molto fine e appropriato liturgicamente. Per Natale e feste speciali ci scambiavamo dei doni. Ho ancora dei maglioni che indosso con amore, belli esteticamente e di ottima fattura. A casa è esposta una bella maiolica della Fuga d’Egitto regalata da amici e che lui fece incorniciare con molta finezza. E potrei raccontarvene altri di questi bei gesti. Come non ricordare, infine, i bei Presepi che allestiva per Natale in parrocchia e altrove, sempre caratterizzati da ricchezza spirituale e liturgica.

 

            Alla cara Anna, vorrei rivolgere una parola affettuosa di incoraggiamento. So che per te, cara sorella Anna, è stata durissima la partenza del carissimo fratello Tommaso ed è ancora oggi tanto dura la sua dipartita. Con Tommaso si può dire che ti abbiamo visto nascere. La gioia di Tommaso per la nascita della sorellina Anna fu davvero commovente, volle condividere con me questa gioia visitando insieme te, neonata. Quindi sei anche per me sorella. Ti voglio bene e sono certo che dall’alto Tommaso ne sarà contento.

 

Caro Tommaso, questa sera per le note restrizioni ci saranno pochi a ricordarti, ma puoi essere certo che la tua opera di pastore, sacerdote, teologo, scrittore sarà ricordata per sempre, col tuo sorriso bonario e sereno. Dai o Signore al caro fratello e amico Tommaso, la corona di gloria che hai promesso ai tuoi eletti, perché se la merita.  Un abbraccio fraterno in Cristo, Sommo Sacerdote

 

Salvatore, Vescovo e amico.