Back to Top

... doniamo la speranza di ricominciare ...

Quando torniamo dalle nostre missioni, la prima cosa che ci viene da fare è parlare e raccontare tutto quello che abbiamo vissuto, le cose che abbiamo visto, le emozioni che abbiamo provato, e spesso lo si fa senza neppure pensare troppo a cosa si stia dicendo. E questo accade anche per quei volontari tra noi che ci sono stati già più di una volta. È solo dopo qualche giorno dal rientro che cominciamo a rimettere in ordine le idee e i pensieri e a rifl ettere.

Il Ruanda è cultura, è un mondo che si nasconde dietro l’evidenza. Sembra scontato dirlo, ma laggiù nulla è mai come appare ai nostri occhi. C’è sempre una spiegazione dietro ogni cosa, per quanto assurda e incomprensibile ci possa sembrare, tipo asciugare il bucato sul prato (foto 3).

Volgere lo sguardo verso la Cité des Jeunes Nazareth sarà sempre per noi come alzare gli occhi verso il sole: lo guarderemo senza mai riuscire a vederlo davvero, e ogni volta sarà sempre diverso.

Nella foto 3 alcuni dei nostri piccoli nella grande sala mensa e nella foto 1 mentre si divertono durante una partita a frisbee. Negli anni, la Cité des Jeunes Nazareth si è arricchita di un campo da calcio e uno di pallacanestro. Inoltre, c’è spazio a sufficienza per giocare a frisbee o altro.

Momenti importanti che aiutano la crescita di un bambino, e questo vale soprattutto per i nostri piccoli ospiti. Le attività sportive, soprattutto quelle di gruppo, consentono lo sviluppo di un clima emotivo positivo e, per un Paese tanto profondamente segnato da eventi traumatici, è qualcosa di estremamente importante perché si traduce nell’accettazione, nel rispetto, nel riconoscimento, e nell’apprezzamento reciproco.

Si accettano i compagni con le loro caratteristiche, il loro modo di vedere e di sentire. Si rispetta l’identità, la dignità e i diritti di ogni compagno evitando ogni tipo di offesa. Lo sport come importante strumento educativo.

“Per far crescere un bambino ci vuole un villaggio” (Proverbio africano). La gratitudine è un sentimento che ci rende felici ed aperti alla vita, un sentimento di profonda riconoscenza nei confronti di qualcuno che è stato gentile con noi, uno stato d’animo che ci spinge ad offrire qualcosa in cambio del bene e dell’amore ricevuto.

È quello che fanno periodicamente alcuni dei nostri “vecchi” ospiti. Ragazzi e ragazze, come quelli nelle foto, che tornano per salutare le Suore, gli insegnanti, le assistenti sociali, per chiedere se possono essere utili in qualche modo.

Alcuni ci scrivono per farci sapere come stanno. Ragazzi e ragazze che adesso sono degli adulti, che lavorano o frequentano l’università, alcuni sono anche sposati. Le loro storie ci incoraggiano a dare sempre di più, anche se nulla sarebbe possibile senza l’aiuto dei nostri sostenitori!

Questo sito utilizza i cookie per migliorare servizi e esperienza dei lettori. Se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Info Cookies