Anche quest’anno un gruppo di volontari dell’Associazione Nolite Timere onlus ha fatto visita nel periodo compreso tra luglio ed agosto, al villaggio della citè di Nazareth. Siamo state in tre, provenienti da Napoli, tutte con tanti buoni propositi e voglia di fare. Io, Rita, che sono la responsabile di questa missione, ho assunto il compito di raccogliere quante più informazioni possibili, e rinnovare i rapporti diretti con bambini e collaboratori. Angela, fotografa professionista, invece ha fermato nell’ immagine quel loro e nostro momento, dandoci così la possibilità di avere delle stupende foto che saranno pubblicate sul calendario 2007 dell’associazione Nolite Timere onlus, in modo che tutti voi ne sarete in breve partecipi. Ida invece, ci ha aiutato ad intrattenere i ragazzi, a gestire la distribuzione dei materiali scolastici, sportivi e di gioco, a far recapitare le lettere spedite dai benefattori ai bambini, ed infine ad organizzare gli eventi, per il buon fine della missione .

La permanenza alla Citè di Nazareth in Mbare di quest’anno ci ha permesso di raccogliere una vasta documentazione soprattutto sui 31 ragazzi che ora frequentano la scuola secondaria dopo aver svolto l’intero ciclo scolastico delle primarie all’interno del villaggio . Di ognuno di loro abbiamo infatti registrato un video personale dove i ragazzi ci raccontano del loro presente, del loro futuro ed alcuni anche del loro passato. I video saranno in formato dvd, e verranno inviati entro qualche mese agli amici e ai benefattori che li sostengono. Come già alcuni di voi sanno in questo periodo i ragazzi che frequentano la scuola prendono le loro meritate vacanze che vengono trascorse presso le famiglie rwandesi ospitanti. Infatti la scuola in Rwanda inizia in Gennaio e finisce in settembre/ottobre con gli esami finali per le ultime classi.

Le vacanze durante l’anno scolastico sono nell’ordine di un mese a luglio e di 2 mesi a novembre e dicembre. Le famiglie ospitanti prendono i bambini in custodia passando per il villaggio. Quest’occasione ci ha permesso di conoscere un po’ di più la realtà locale rwandese. In particolare ricordo la piccola Muhayemariya Claudine (arrivata alla Citè nel Gennaio del 2005)e la sua incantevole nonna, che ci ha informato riguardo lo spiacevole risultato dell’HIV test somministrato alla piccola e vivace Claudine. -Risulta sieropositiva- mi dice, nascondendo tra i singhiozzi e le lacrime l’immenso dolore che tale diagnosi comporta. Resto in silenzio per un po’ e mi auguro con un po’ di illusione di rivedere il sorriso vivace della piccola alla mia prossima missione in Rwanda. Ho avuto modo, poi, di conoscere la famiglia che ospita Vincent, un bimbo dagli occhi vispi e intelligenti. Abitano nel villaggio alle spalle della Citè di Nazareth a pochi minuti di cammino.

La piacevole passeggiata verso casa in compagnia di Vincent mi ha dato la possibilità di vedere i dintorni di Mbare, la scuola fatiscente del villaggio composta da un unico fabbricato semipericolante. Intorno vi erano le case a forma di capanne costruite in fango e pietra con lamiere ricoperte di paglia che fungevano da tetto. La famiglia che ospita Vinsent è composta da 6 membri: madre, padre, ed i 4 figlioli. Questa famiglia si sostiene grazie al piccolo introito che la madre percepisce nel lavorare intrecciando le foglie di banane ricavandone le famose “Tovagliette Americane”. Il padre non lavora mentre i bambini tra i 6 e gli 11 anni vanno tutti a scuola; prima e dopo la scuola aiutano la famiglia nelle faccende domestiche, nella coltivazione dell’orto e del bananeto. L’interno della casa era molto modesto, ricordo infatti che c’era solo della paglia sul grande letto in terra e pietre, e null’altro.

Tra le mamme (responsabili dei dormitori) che operano alla città dei ragazzi ho conosciuto Francine molto dolce e simpatica, lei ha perso il marito ed i 2 figli nel Genocidio del 1994 e adesso si dedica ai ragazzi della Citè di Nazareth. Le giornate sono così trascorse molto velocemente tra foto dei ragazzi, distribuzione del materiale scolastico e sportivo, chiacchierate con insegnanti e “Mamme” del Villaggio. Porto in Italia ricordi, emozioni, esperienze che divengono nuove motivazioni per continuare a sperare in un futuro migliore.

 

Rita Pennacchio.